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La Malnata - Beatrice Salvioni
Un bel debutto per questa giovane scrittrice già tradotta in 32 lingue. Ambientato in piena epoca fascista ha per protagoniste due giovani ragazze legate da una affettuosa amicizia che, insieme, combattono contro tutti i pregiudizi immaginabili. Dalle malelingue che rovinano le persone al patriarcato allora imperante in una maniera ossessiva; al mettere in discussione la cieca obbedienza di facciata alla famiglia fino al trovare il coraggio di mettersi in gioco anche davanti ad una giustizia opprimente e maschilista. Siamo nel 1936.
Il racconto è ben scritto, scorrevole a volte anche commovente.
Leopoldo Roman - 27 giorni fa
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I Beati Paoli - Luigi Natoli
Lunghissimo, più di mille pagine, ma ne vale la pena. Questo “Promessi sposi del sud”, ambientato nella Sicilia del 1700, è avvincente come i più avventurosi romanzi di cappa e spada, ma nello stesso tempo è storicamente documentato. Qualche licenza di troppo forse lo scrittore se l’è presa proprio nel raccontare le gesta di questa setta misteriosa, appunto I Beati Paoli, che qualcuno ha definito come gli antesignani della Mafia, ma che nel romanzo si propone esclusivamente fini di giustizia: restituire, tramite il suo segretissimo tribunale, al popolo sottomesso da una nobiltà pressoché onnipotente, quel che gli spetta. Non ci sono però certezze sulla sua esistenza. Le gesta però dei cavalieri Coriolano della Floresta e Blasco di Albamonte; gli amori contrastati di Gabriella e Violante; il terrificante ed astuto operare dello sbirro Matteo Lo Vecchio; la bestialità di Emanuele e di Don Raimondo sono inseriti in un contesto storico reale e molto ben descritto. Come stupefacente è la ricostruzione minuziosa della Palermo del 1700. Questo racconto, che venne pubblicato a puntate all’inizio del secolo scorso è ambientato proprio nell’epoca in cui si sono succeduti a Palermo tre re: le vicende iniziano nel 1702 quando sul trono di Sicilia è seduto Filippo IV di Spagna, hanno il loro principale svolgimento con il re Vittorio Amedeo II di Savoia e terminano verso il 1720 quando la Volpe Savoiarda cedette la corona all’Austria.
Ma perché consiglio la lettura di questo romanzo d’appendice? Semplicemente perché ha tutte le caratteristiche di essere considerato storico in quanto viene stupendamente descritta la società di allora. Soprattutto i tratti essenziali della nobiltà che verranno poi ripresi praticamente tali e quali da Tommasi di Lampedusa nell’indimenticabile Gattopardo.
Leopoldo Roman - 27 giorni fa
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Oliva Denaro - Viola Ardone
Un romanzo di formazione, di lotta e di liberazione. La storia inizia nel 1960 quando soprattutto nel meridione d’Italia le donne erano ancora molto poco considerate nonostante da quindici anni avessero ottenuto il diritto di votare, e termina nel 1981 quando finalmente il Parlamento abrogò il matrimonio riparatore ed il delitto d’onore.
Ma quanti sacrifici, quanto dolore per la protagonista vittima di un rapimento con stupro dal bellimbusto del paese che la voleva tutta per lui ed a ogni costo. Olì, la protagonista ha dovuto lottare contro tutti e contro tutto. Perfino la madre, tradizionalista al massimo non era dalla sua parte. Solo il padre assume nel corso di tutta la vicenda un atteggiamento molto comprensivo ma di fatto neutrale. Per fortuna che ci sono altre donne, tutte impegnate politicamente nel Partito comunista che la proteggono, l’assistono, ma soprattutto la incoraggiano nel proseguire fino in fondo con determinazione la sua battaglia. Quelle stesse donne che hanno organizzato quel treno dei bambini, oggetto dell’altro successo letterario di Viola Ardone, che un po’ si è immedesimata in questo personaggio al punto da dargli un nome e cognome che è anagramma del proprio.
Un libro che merita di essere letto e ricordato specialmente in questo tempo di recrudescenza di violenza contro le donne.
Leopoldo Roman - 3 mesi fa
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Il vento conosce il mio nome - Isabel Allende
Isabel Allende ha sempre la capacità di scrivere qualcosa di interessante anche se la sua notevole produzione letteraria rischia di non essere sempre agli altissimi livelli delle sue opere principali.
E’ però sempre molto originale e, bene o male, quel che scrive rimane sempre impresso nella mente del lettore.
Questa è una storia che va inquadrata all’interno dei movimenti migratori dell’America latina per quanto riguarda la vita di Anita e di quello degli ebrei in fuga da Hitler per quanto riguarda Samuel, l’altro personaggio protagonista di questo racconto.
Il tutto inserito, nell’ultima parte dello sviluppo temporale dell’opera, nel contesto drammatico della pandemia del Covid, che ha complicato di molto il realizzarsi degli eventi.
L’avvio è forse un po’ complicato, ma una volta che si riesce a mettere a fuoco i vari intrecci dei personaggi che popolano il romanzo, questo diventa anche appassionante. Due storie drammatiche di figli strappati ai genitori che si intrecciano in un crescendo di dolore e rassegnazione. Il tutto lenito dalla disponibilità di alcune persone, volontarie del bene, che fanno di tutto per rendere meno dolorosi questi ricongiungimenti impossibili.
Un libro da leggere.
Leopoldo Roman - 3 mesi fa
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La messa dell'uomo disarmato - Luisito Bianchi
Se non fosse stato per la recensione di un amico letta su Facebook, forse non avrei mai conosciuto questo capolavoro della letteratura italiana. Uno dei più bei libri letti sulla Resistenza. Sicuramente il più completo in quanto interpretato sia dalla parte dei combattenti partigiani, che da quella del popolo soprattutto contadino, che quella lotta ha fiancheggiato ed anche subito. Importante ai fini della storia, sia particolare che generale, il coinvolgimento di un convento di monaci benedettini, ma soprattutto dell’abate martire ed eroe.
Il romanzo, se così lo vogliamo chiamare, pur corposo nelle sue 850 pagine si legge con godimento e coinvolgimento perché è scritto bene ed è bello. Ci sono dei personaggi come il medico Piero e la sua famiglia, Toni e la Cecina, Rondine e Stalino, Balilla e la Miriam, don Benedetto e l’Arciprete, Lupo ed il Capitano, il Professore e Spartaco, che resteranno sicuramente nella memoria dei lettori. E poi c’è l’ambientazione, che è sempre fondamentale. Innanzitutto quella contadina della Campanella, fulcro del racconto dall’inizio alla fine, con i suoi abitanti, le loro tradizioni e la tanta solidarietà nel trascorrere dei giorni nel difficile e tormentato periodo della seconda guerra mondiale. E poi quando la lotta partigiana prende il sopravvento e risucchia nel vortice delle battaglie i nostri protagonisti, sono le colline e le montagne prossime alla pianura lombarda che diventano il punto di riferimento del racconto con le coinvolgenti descrizioni delle incursioni e delle battaglie dei partigiani contro i fascisti ed i tedeschi. La loro tecnica nel neutralizzare con veloci spostamenti da una valle all’altra i cattivissimi rastrellamenti dei nemici. Le sofferenze ed i lutti comunque patiti in numero significativo. Vengono illustrate bene anche le dinamiche intercorrenti fra i vari reparti di partigiani bianchi, garibaldini e quelli di Libertà e Giustizia. Il tutto intriso da un senso di religiosità, nella ricerca del significato della parola perché, per il narrante Franco, che è un novizio molto combattuto sia nella scelta di seguire la vocazione sacerdotale, sia nel rimanere spettatore quasi neutrale nello svolgersi del grande Avvenimento che è la Resistenza, “ogni uomo è la parola che si è fatta carne ed il vero significato della vita è prendere coscienza di questo mistero, che ciascuno porta di dentro; ogni uomo è unito all’altro perché la parola è una”. Ripeto, un libro da leggere, che se fossi un insegnante lo consiglierei ai miei allievi.
Leopoldo Roman - 6 mesi fa
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Piero fa la Merica - Paolo Malaguti
“I bisnenti sono quelli che han due volte niente, più grami di mezzadri e fittavoli, più disgraziati dei braccianti vagabondi”. E Piero dei Gevori era un bisnente. Sfrattati perfino dal niente, senza casa, senza lavoro, senza futuro i Gevori decidono di attraversare il “mare grando” e di cercare la fortuna nel novello paradiso terrestre, rappresentato nell’immaginario collettivo di fine 1.800 nel Mato Grosso del Brasile.
La famiglia di Piero è composta dal padre, dalla madre, da un fratello e da una sorella. Al momento della partenza però la madre si scopre incinta e non se la sente di iniziare quel duro e lungo viaggio dove la morte è sempre in agguato per i soggetti più deboli. Ecco allora che Piero si trova ad affrontare il primo vero trauma della sua vita: la divisione della famiglia. I maschi partono, le donne restano alloggiate presso famigliari.
Ovviamente la famiglia non si riunirà più perché il destino si accanirà contro di loro. La penna di Paolo Malaguti è inarrivabile nel descrivere, facendo un largo uso di termini dialettali, nel solco tracciato da Luigi Meneghello, luoghi, situazioni, stati d’animo di questa povera gente che duecento anni fa ha percorso quel cammino che quasi ogni giorno l’attualità drammaticamente ci ripropone.
Leopoldo Roman - 9 mesi fa
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Rubare la notte - Romana Petri
Antoine de Saint-Exupéry è conosciuto soprattutto per essere stato l’autore del “Il Piccolo Principe”, quella meravigliosa fiaba del secolo scorso, che rimane il libro più tradotto nel mondo dopo la Bibbia ed il Corano.
Romana Petri, con un grande ed appassionato lavoro di ricerca ne ha tracciato la sua biografia in un libro finalista al Premio Strega del 2023.
Ne esce un personaggio eclettico, stupefacente, miniera di pensieri filosofici, alquanto controverso e decisamente un po’ matto. Legato a moltissime donne, ma soprattutto alla sua mamma, alla quale scriveva lettere in continuazione intrise di amore filiale, ma anche di morbosità. Incapace di conoscere i propri limiti fisici ha mosso mezzo mondo per riuscire a volare, la sua grande passione, oltre ogni limite di età ed infine trovando quello che forse ad un certo punto della sua vita, ha cercato, e cioè la morte per inabissamento in mare.
La sua produzione letteraria è stata immensa. Da non molti anni è stata tradotta in italiano la corposa “Cittadella”, compendio di oltre 500 pagine del suo pensiero filosofico, scritto in tanti anni di volo. Eh, si perché Tonio, questo matto, quando gli veniva il pensiero lo scriveva anche se era in missione di volo di ricognizione di guerra. Altro libro fondamentale è stato “Lettera ad un ostaggio” che insieme a “Terra degli uomini” rappresenta il punto più alto della sua opera, sia sotto il profilo letterario ed emozionale, che nella visione filosofica della vita, che può riassumersi anche nella frase più importante della sua opera maggiore: “Non si vede bene che con il cuore, l'essenziale è invisibile agli occhi”.
Francese, si considerava politicamente neutrale e forse per questo era inviso al generale De Gaulle, che proprio non lo sopportava. Ingiustamente accusato di essere un simpatizzante di Petain ad un certo punto della seconda guerra mondiale espatriò negli Usa per sollecitare l’intervento americano. In realtà fu accolto trionfalmente in quanto famosissimo scrittore (Eisenhower stesso aveva letto e molto amato il suo “Pilota di Guerra”), ma dal punto politico, ovviamente non portò a casa niente. Poi gli americani intervennero, ma ovviamente su insistenza degli inglesi.
Tonio è stato un personaggio che valeva una storia e Romana Petri è stata brava a metterla insieme ed a raccontarla.
Leopoldo Roman - 9 mesi fa
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Un uomo che forse si chiamava Schulz - Ugo Riccarelli
E’ un peccato veramente che Ugo Riccarelli ci abbia lasciato prematuramente perché la sua penna è stata sicuramente una delle più brillanti a cavallo dei due secoli. In questo libro romanza la vita dello scrittore galiziano Bruno Schulz, l’indimenticabile autore di “Le Botteghe color cannella”. E’ ambientato quasi esclusivamente in una cittadina galiziana, prima austroungarica, poi polacca, oggi ucraina che al tempo della seconda guerra mondiale ha visto succedersi l’invasione prima dei russi e poi dei tedeschi.
Vi è narrata la sua vita dal momento della nascita fino a quando un ufficiale tedesco ha premuto il grilletto sulla sua tempia. Ebreo di origine, pur essendo il classico uomo tranquillo, ha dovuto subire tutte le angherie cui il suo popolo è stato sottoposto gradualmente, ma in maniera inesorabile verso la soluzione finale. Ebbene pur non scrivendo di campi di concentramento o di olocausto, non c’è libro che abbia descritto con un crescendo veramente coinvolgente la tragedia di quel popolo. Di come sia passato dal quieto vivere in una situazione complessivamente benestante, al progressivo annientamento della personalità individuale per finire alla perdita degli affetti più cari ed infine della vita stessa.
Leopoldo Roman - 10 mesi fa
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Dove crescono gli alberi di limone - Zoulfa Katouh
Dovrebbero leggerlo, questo libro, tutti coloro che sono insensibili al problema dell’immigrazione o che pensano che aiutandoli in casa loro il problema si risolverebbe da solo. Non conoscono le situazioni, i drammi, i sacrifici, il calvario di coloro che partono, che lasciano la loro patria, la loro terra, la loro casa verso l’ignoto con la speranza comunque di tornare perché le radici sono difficili da estirpare.
“Se restiamo moriremo, se partiamo potremmo morire” è la sintesi del pensiero di questi derelitti che affrontano il Mediterraneo in condizioni disumane. “Dall’altra parte c’è la salvezza…non la libertà. La libertà se la stanno lasciando alle spalle”.
Leopoldo Roman - 12 mesi fa
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Il treno - Georges Simenon
Come dovrebbe essere scritto un romanzo: scorrevole, intenso, verosimile. Spiace solo che sia breve.
Leopoldo Roman - 3 anni fa
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