La mostra, aperta al pubblico fino a Sabato 18 Febbraio, prosegue il ciclo di mostre fotografiche per la promozione di fotografi locali e non, che sin dall'apertura di Sala De Zanche ne contraddistingue l’offerta culturale.
Inaugurazione Sabato 4 Febbraio ore 11.00.
La carriera di Antoine-Laurent de Lavoisier, chimico e fisico francese vissuto nella seconda metà del XVIII secolo, padre della chimica moderna, partendo dai suoi studi mineralogici sui cristalli di gesso, arrivando alla scoperta di come aria e acqua siano un assieme di elementi, culminerà nella redazione della Legge di conservazione della massa, della quale tutti ricordiamo il principio base del ‘Nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma”.
Basandosi su questo principio, facilmente applicabile ad una varietà di analisi anche con approccio storico e filosofico, l’autrice si è accorta di come il suo documentare una moltitudine di luoghi e popolazioni, anche geograficamente
lontane ma in qualche modo comunicanti, la mettesse di fronte alla prova tangibile di come tutto ciò che c’era prima si ritrovi anche dopo l’avvenuta azione/reazione. In quanto esseri umani, nella questione che ci riguarda, la trasformazione diviene il prodotto della contaminazione e dell‘integrazione che, arrivate fino a noi, sviluppano nuove rotte per orientare il percorso dell’uomo verso il proprio futuro.
L’incessante scambio culturale avvenuto tra popolazioni in qualche modo Mediterraneo-tributarie, è stato mantenuto senza posa influenzando fatalmente tutto ciò che entra in contatto con la costante produzione di idee, nate e sviluppate in ambienti disparati ma collegati.
La pelle, come la parola e gli edifici tramandati tra le generazioni, ovvero tutte le tangibili e spirituali testimonianze antropomorfe, sono a proprio modo inequivocabile simbolo di ereditaria dignità, del segno di chi è stato qui-allora per un nuovo qui-e-ora.
Il tempo e la decadenza che ne consegue non sono la manifestazione di una fine, ma altro non fanno che rigenerare e fertilizzare il terreno di una crisis di naturale evoluzione, come la silenziosa forza di un vulcano.
Antiochia, Rodi, Atene, Creta, Cartagine, Alessandria, Roma, Bisanzio, Marsiglia e Venezia sono solo alcuni dei grandi poli fatti di persone e marmo, di scambio e conservazione della ricchezza culturale e antropologica. Tutti si sono alternati nello scorrere del tempo, ognuno con il suo apporto e il suo assorbimento, in quanto vasi osmotici di un Mediterraneo tanto mezzo di trasporto quanto custode e misura della memoria e del progresso.
Siamo quindi noi multiple popolazioni, di fatto eredi portatori della inesauribile ricchezza tangibile e intangibile di un patrimonio millenario, ad essere dal Mediterraneo continuamente e direttamente attraversate.
Emanuele Salvagno